martedì 25 novembre 2008

Chi ci perde?



Il Casale dopo l'ennesima estate travagliata, dopo le fughe e i ritorni, ha iniziato il campionato. Una stagione importante perchè precede il centenario e l'ha fatto sotto i peggiori auspici. Però....nel calcio c'è sempre un però immateriale che scombina le carte, stravolge i valori e ci fa amare questo sport più di tutti gli altri.
Il però in questione è che il Casale, squadra fatta al risparmio è alla 14° giornata al secondo posto in classifica esprimendo un bel calcio, valorizzando diversi giocatori ma soprattutto spendendo poco (anche perchè di più, onestamente non si poteva).
Ha una coppia di attaccanti che da anni e anni non si vedeva al Palli (ovviamente rapportata alla categoria di appartenenza);
ha giocatori in mezzo campo che sanno interdire e far partire l'azione in velocità;
ha giocatori che formano un bel gruppo che si aiuta e cerca di ovviare alle pecche fisiologiche di una squadra nata per salvarsi;
ha soprattutto giocatori che bene o male giocano il pallone.
Naturalmente il merito va a loro, al mister che li sta seguendo bene e alla società che si è mossa con oculatezza.
Quindi chi ci perde?

Beh...purtroppo ci perde il pubblico casalese che non viene allo stadio. 500 presenze per un Casale-Savona ci fa tornare alla mente le medie dell'Eccellenza.
Certo la crisi nazionale che si abbatte anche nel locale non aiuta a spendere anche pochi euro per una giornata allo stadio..
Certo la militarizzazione vista domenica non favorisce la presenza delle famiglie o dei tifosi cosiddetti normali a presenziare al Palli...
Certo che avere un concorrente forte come la Junior Basket (anche se giocava in trasferta) non lascia quella sorta di monopolio sportivo che il Casale calcio ha (mal) gestito in tutti questi anni....
Certo che se si guarda anche altrove le presenze in D o in C2 (eccetto pochi casi) non sono poi così diverse da Casale...

Tutto questo è vero ma io penso che ci sia qualcosa di più. La consapevolezza di avere una società limitata economicamente non crea entusiasmo in molte persone, il giocare al distruggere più che al costruire (sentimento tipicamente italiano e particolarmente piemontese) agevola più l'interesse verso il negativo che verso la positività, la perdita progressiva che il Casale calcio ha sul suo territorio.

Ecco se vogliamo crescere, se vogliamo tornare nei professionisti non basta solo venire allo stadio quando ci si gioca la promozione, non serve criticare a partito preso per poi dire "l'avevo detto". Serve aiutare la società presenziando almeno in casa allo stadio.
Serve ricreare uno spirito positivo che avvicini nuovi sponsor anzichè gli avventurieri in cerca di pubblicità.
Serve sentirsi casalesi e monferrini al 100%

FORZA CASALE!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Parole sante, caro Ciucco*Casale. Purtroppo anche da noi la gente è più avvezza alle mode che alla storia. Del resto cosa si può pretendere da gente che preferisce stare a casa a guardare 4 imbecilli su un'isola, altrettanti che cercano le talpe e molti di più a rincoglionirsi con Pippo Baudo? Che ti posso dire? Non sanno cosa si perdono a non vedere i nostri ragazzi con quelle magiche maglie quando si arrampicano alla rete dopo un gol, non proveranno mai ad avere la pelle d'oca (e non per il freddo) quando la palla gonfia la rete, tornare a casa in pullman tutti insieme dopo una vittoria. Dispiace anche a me non vedere il Palli pieno, ma quelli più fortunati, nel bene e nel male, siamo noi che abbiamo consumato i gradoni dello stadio per anni e che continueremo a consumarli finchè la nostra amata stella brillerà sul petto dei nostri eroi.
FORZA NERI IN ETERNO!